Bancassicurazione: il dialogo empatico nella relazione con il cliente


21-02-2024

Negli ultimi anni abbiamo assistito a una profonda accelerazione nella trasformazione di tutta la società. Complice di questi cambiamenti, senza dubbio, è stata la pandemia che ha costretto tutti a rivedere, almeno in parte, priorità e aspettative. Questa trasformazione tocca ogni settore e sfaccettatura della società ed è dettata, nella maggior parte dei casi, da una differente percezione della vita e dei valori a cui diamo più importanza. Ne abbiamo una prova molto tangibile, ad esempio, quando parliamo del mercato del lavoro, con la difficoltà crescente di molti settori nel trovare persone. Il fenomeno delle Grandi Dimissioni è infatti la punta dell’iceberg, che esemplifica la portata di questo cambio di percezione.

Diversi studi riportano che queste trasformazioni hanno comportato un boost straordinario nell’importanza percepita in una delle più incredibili qualità umane: l’empatia e la capacità di emozionare. Tema sicuramente cross generazionale, ma assolutamente primario fra i giovani, il valore dell’empatia è oggi più che mai centrale in tutti i rapporti umani e lavorativi. Centralità che viene spinta anche dall’avvento delle nuove tecnologie. Se l’intelligenza artificiale ha sicuramente un potere pervasivo e ha il potenziale di cambiare molti lavori per come li cono-sciamo oggi, dobbiamo essere consapevoli del fatto che essa è, e rimarrà sempre, uno strumento, tanto utile quanto l’utilizzo che sapremo farne. L’intelligenza artificiale ci permetterà di analizzare big data e renderà sicuramente parti del nostro lavoro più semplici, eliminando anche aspetti più ripetitivi, ma non potrà sostituire la capacità empatica umana e la capacità di creare connessioni fra le persone. Ne parla sul n.6/2023 di MK Paolo Fumo di Compagnie CNP Vita.

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